La vita di ogni giorno logora, annulla e cancella il pensiero e il progresso individuale.
Non vi è il tempo per curarsene.
Troppe cose inutili e materiali riempiono le nostre vite cosicchè finiamo col non essere mai concentrati su ciò che sarebbe veramente importante.
Abbiamo perso di vista le vere priorità , quelle fondamentali che ci arricchiscono l'anima e ci fanno diventare persone più intelligenti, migliori e sensibili.
Il nostro vivere a consumo contribuisce a farci rimanere fermi e intellettualmente sottosviluppati come secoli fa.
Il comfort, il benessere, la tecnologia sono obiettivi che l'umanità si pone da molto tempo, ma questo non sarebbe sbagliato se fosse cercato per essere condiviso e non per farne una discriminante.
I progressi fatti dall'uomo finalizzati al miglioramento della qualità di vita non sono a portata di tutti, ma anzi.
Spesso ci si ritrova ad impegnarsi e ad investire un sacco di tempo, risorse ed energie per poter realizzare il 'sogno' di possedere qualcosa che ci rende la vita più semplice e più comoda.
Ma nulla di questo è fondamentale. Lo sembra a noi perchè vediamo che gli altri lo hanno ottenuto e per invidia lo vogliamo anche noi, per non sentirci inferiori e diversi.
Questo correre dietro al superfluo che ci fa sentire sì 'più ricchi' ma ci allontana da quel mondo reale nel quale moltissime persone ancora vivono senza l'indispensabile.
Questo ci dovrebbe far riflettere.
Forse dovremmo investire il nostro tempo e le nostre risorse affinchè tutto ciò che per noi è possibile lo possa essere anche per chiunque altro.
A cosa serve essere necessariamente così egoisti? Voler possedere e riempirsi di tutto se poi non riusciamo mai ad essere contenti ed appagati e ci sentiamo vuoti e tristi quando siamo soli con il nostro bene economico o materiale?
Perchè ci sentiamo felici quando abbiamo aiutato qualcuno in difficoltà o compiuto un gesto altruistico?
Se invece vivessimo tutti in funzione del prossimo, nel darsi una mano e cercando di portare il nostro contributo nelle case di tutti e non solo di chi ci paga di più?
Dovremmo rifondare il nostro mondo su questi valori di condivisione, quelli che maggiormente ci rendono felici.
Mentre in realtà facciamo l'opposto.
Dovremmo trovare il modo di riprogrammare lo stile di vita delle persone: da consumistico ad altruistico.
Trovare altre soluzioni che inducano le persone a non limitarsi esclusivamente allo scambio di favori e di denaro per i loro affari.
Dobbiamo lavorare affinchè le nostre possibilità possano essere le stesse di chiunque altro.
La meritocrazia può essere comunque definita su altri aspetti che non vadano necessariamente a decretare l'indigenza di soggetti.
Le fondamenta di questa società sono millenarie, ma se per gli Egizi, i Greci, i Romani era necessario il sistema monetario per saldare debiti contratti con qualcuno o la remunerazione per un servizio prestato, questo potrebbe anche non essere necessario nella nostra epoca.
Si potrebbe, con i mezzi e le competenze di cui disponiamo ora, introdurre una nuova forma di esistenza non più condizionata dal denaro e dal possedimento di beni ma da un sistema che offra una maggior parità di diritti e di possibilità a chiunque.
Escludendo la possibilità che si formino nette diseguaglianze sociali.
Questa non è una considerazione politica ma un solido ragionamento guidato dal sano sentimento umano.
La cosa più difficile sta nello scardinare le vecchie abitudini delle persone.
Tutti in fondo sentiamo e siamo convinti che i criteri con il quale è stata fondata questa società siano ingiusti e vincolanti.
Costringono l'uomo a doversi confrontare quotidianamente con le false esigenze ancor prima della propria sussistenza e a dover adattare l'esistenza ad un vorticoso rincorrere qualcosa di indefinito che possa sancire almeno momentaneamente una tregua dai propri doveri e una pace incondizionata nel suo cuore.
Quanti sarebbero disposti a mettere in discussione questo sistema, sapendo che è fondamentalmente sbagliato, dopo una vita vissuta ed investita nell'accumulo di ricchezze e di cose per un presente o un futuro più orientato ai beni immateriali?
Dove i vantaggi e i privilegi acquisiti con la fatica siano svalutati a favore di qualcosa più equilibrato e ben distribuito?
Eppure la condivisione di valori, la cooperazione, l'aiutarsi sono il tesoro più grande a cui l'umanità possa attingere.
Tutto ciò eleverebbe l'uomo e favorirebbe con le proprie gesta lo scambio tra le persone che permette di instaurare rispetto e fiducia reciproca.
Un flusso positivo che scorrerebbe invisibile tra le genti.
Un cerchio che si aprirebbe con il tuo amore verso gli altri e si chiuderebbe con quello che finiresti per ricevere a tua volta.
Un cerchio che potrebbe ahimè inversamente anche iniziare con un tuo gesto negativo o di intolleranza passando attraverso l'umanità di persona in persona per poi chiudersi ritornando a te in modalità anche diversa ma altrettanto spiacevole.